Smart Working

A Milano il traffico è parecchio rallentato. Le tangenziali e le strade sono praticamente libere e si circola bene.

Chi può, in questi giorni, rimane a casa in “Smart Working” e non è da biasimare.

Ma non tutti possono lavorare da casa, purtroppo c’è gente che non può scegliere di farlo.

E sono una caterva di categorie, le più impensabili oltre quelle cui siamo abituati, quali le forze dell’ordine e di tutela tutte, il personale medico e paramedico, per esempio.

Chi fa questi mestieri è abituato a vivere e gestire le emergenze e a loro va un sentito grazie sempre, ogni santo giorno.

Ma non sono solo loro ad affollare le strade di Milano in questi giorni.

Ci sono, anche e soprattutto, i lavoratori che non possono nemmeno sognarlo lo “smart working” che è concesso e tanto decantato dai media, ai più.

I muratori impegnati nei cantieri, i contadini, gli artigiani, gli ambulanti, i gestori di bar e ristoranti, i lavoratori degli hotel, i commercianti, i lavoratori autonomi, gli addetti alle pulizie e… chissà quante altre categorie ancora.

Tutte categorie spesso bistrattate che non hanno “paracadute“, che se non producono non guadagnano. Che hanno poco di “smart”,

A loro e a tutti i lavoratori che, spesso, nessuno cita e che comunque resistono va un mio virtuale ed enorme abbraccio e un ringraziamento perché, se ci pensate, sono queste donne e uomini che tengono in piedi l’economia nazionale.

E poi, consentitemi un pensiero a una categoria di lavoratori a me cara che spesso viene, colpevolmente,  dimenticata: gli artisti.

Sì. Perché in tanti fanno fatica ad associare il verbo “lavorare” ad “arte. Ma ci sono anche loro.

E sono tra quelli che, non solo non possono scegliere lo “Smart Working”, ma non possono nemmeno decidere di andarci al lavoro in situazioni come queste. Perché hanno chiuso teatri e tutti gli altri luoghi di aggregazione.

E certo non parlo degli artisti “famosi“, quelli che possono anche sopravvivere se si fermano per un po’.

No! Parlo degli artisti “minori“, quelli che ci tengono compagnia nei piccoli teatri cittadini.

I “One Man Band” o le piccole compagnie che se non riempiono le sale, fanno fatica a fare la spesa, se non hanno un altro lavoro.

Sono quelli che sanno farci ridere, pensare, che riempiono le nostre serate, i nostri weekend…

E nulla, volevo solo dire che sono con voi tutti e spero passi il prima possibile questo terribile periodo e anche se serve a poco, e lo so, grazie di cuore a tutti voi!

quarto stato

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