Colmano il vuoto lasciato dai siciliani nei lavori pesanti, rischiosi, sporchi, difficili.
Si infilano nei filari per la vendemmia, da Pachino alla Valle del Belìce.
Lavano pentole nei ristoranti dove noi “degustiamo”.
Parlano mille lingue fra loro ma solo una li accomuna: l’italiano.
Non ci hanno rubato nulla, hanno riempito vuoti fisici e culturali.
Hanno imbastito storie, matrimoni, mischiato razze e religioni. Non mi fanno paura.
Gli abbiamo regalato lavoro e miseria, sudore e calli nelle mani e nei piedi.
Almeno non rubiamogli la dignità. Rispettiamoli.
Solo così potremo pretendere il loro, di rispetto.
Pino Rosano